Gravidanza, Salute|16 aprile 2018 02:02

Toxoplasmosi, attenti ai gatti

La Toxoplasmosi è una malattia infettiva provocata dal Toxoplasma gondii, un microrganismo che vive da parassita all’interno delle cellule di molti organi e tessuti di uccelli e mammiferi, uomo compreso. Esso penetra nelle cellule e si moltiplica fino a rompere la membrana cellulare, oppure si incista in particolari tessuti dei muscoli, dell’utero, del cuore e del cervello.

Questo microrganismo è endemico nei gatti che, infettatisi cibandosi di carne di piccoli roditori, lo eliminano con le feci e le urine. Il protozoo che lo provoca riconosce, infatti, come ospite definitivo proprio questo animale, nel quale si verifica il ciclo sessuale del Toxoplasma gondii. Tale ciclo porta alla formazione di oocisti che, tramite le feci del gatto, vengono liberate nel terreno dove contaminano l’erba e le verdura. Le oocisti, una volta entrate nel nostro organismo, raggiungono il tratto gastrointestinale dove liberano agenti responsabili dell’infezione acuta: i trofozoiti. Questi si moltiplicano all’interno delle cellule e, attraverso il sangue, raggiungono i linfonodi, i muscoli, il miocardio, il cervello e la retina.

Nel caso in cui vengano colpite persone sane, ossia nell’80-90% dei casi, gli anticorpi che si formano come risposta immunitaria all’infezione determinano la scomparsa dei trofozoiti e la loro trasformazioni in cisti, le quali conferiscono uno stato di immunità permanente. Tali cisti non danno nessun sintomo, a meno che non vanno incontro a rottura. Solitamente la malattia è asintomatica, ma può anche manifestarsi con l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche al collo e alle ascelle, dolori muscolari e febbre non alta. Nelle forme più gravi, soprattutto in soggetti immunodepressi (per esempio i malati di AIDS), si possono manifestare meningoencefalite, polmoniti atipiche, retinocoroidite, miocardite ed epatite.
La toxoplasmosi, essendo asintomatica, è difficile stabilire verosimilmente quante persone nella loro vita siano venute a contatto col microrganismo e contagiate.

Di questa malattia esistono due forme: la Toxoplasmosi acquisita e la Toxoplasmosi congenita.
Si parla di Toxoplasmosi acquisita quando la malattia viene contrata al di fuori della gravidanza. Si tratta di una infezione primaria contratta o con l’ingestione di ovocisti tramite cibo o, più raramente, per ingestione di ovocisti mature a seguito del contatto con oggetti, terreno o altro materiale contaminato.

Si parla di Toxoplasmosi congenita, invece, quando la malattia viene contratta dalla donna in gravidanza e trasmessa al feto attraverso la placenta. E’ molto grave perchè può risultare letale al feto oppure provocargli seri danni a diversi organi interni. Lesioni del sistema nervoso centrale con convulsioni, idrocefalia, ritardo mentale e psicomotorio, danni oculari e aumento del volume del fegato e della milza sono solo alcune delle complicazioni che possono insorgere nel futuro nascituro. I danni, tuttavia, variano a secondo del trimestre di gravidanza in cui l’infezione viene contratta: l’aborto o la morte fetale nei primi tre mesi di gestazione, danni neurologici nel secondo e terzo trimestre. Se dalle analisi preliminari la futura mamma risultasse già immune, avendo in precedenza già contratto la malattia, il feto non potrà essere infettato.

L’eventuale presenza o assenza degli anticorpi del Toxoplasma gondii è riscontrabile con il Toxo Test. In gravidanza, la presenza di anticorpi di tipo IgG, con IgM negative, indica che la donna è immune. Se invece entrambi gli anticorpi sono negativi, vuol dire che la madre non ha mai contratto la malattia e perciò bisogna ripetere le analisi ogni 4-6 settimane fino al termine della gestazione, poiché con le settimane aumenta la probabilità d’infezione fetale, seppure diminuisce la gravità della malattia.

Come già accennato, la trasmissione all’uomo è veicolata al gatto, col contatto con oggetti contaminati dalle loro feci. Può essere altresì motivo di contagio l’ingestione di carni crude o poco cotte già contaminate e il consumo di verdura e frutta contaminata mal lavata. Perciò è consigliabile a tutti, ma soprattutto alle donne in gravidanza:

  • Mangiare carne ben cotta;
  • Lavare molto bene frutta e verdura, preferibilmente con soluzioni disinfettanti;
  • Evitare nei ristoranti di consumare verdura cruda;
  • Evitare gli insaccati, o almeno quelli artigianali dato che quelli industriali sono molto controllati;
  • Indossare guanti se si viene a contatto con le feci dei gatti, lettiere o terreno;
  • Lavare bene le mani o usare i guanti se si viene a contatto con carne cruda, verdure, fiori e piante.

 

Tag:,
  • Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • Digg

8 Commenti

Commenti

Collegati

I commenti degli utenti non registrati vengono pubblicati dopo essere stati verificati.