Le parafarmacie sono specifici punti vendita dove è possibile acquistare prodotti farmaceutici da banco, di automedicazione, per l’infanzia e tutti quei prodotti solitamente venduti in farmacia senza ricetta. L’introduzione delle parafarmacie risponde ad una logica di libero commercio per andare oltre il monopolio delle farmacie.
In Italia, infatti, il numero delle farmacie è stabilito sulla base del numero effettivo di cittadini nei singoli comuni. In base alla legge vigente che risale ai lontani anni ’60, infatti, è possibile aprire una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con una popolazione che non superi le 25.000 unità, mentre è concessa una farmacia ogni 4.000 abitanti negli altri comuni. Con il decreto legge presentato dal Governo Monti in questi giorni, si intende aumentare il numero di farmacie, abbassando il limite ai 3.000 abitanti.
Per poter aprire una farmacia è indispensabile: vincere un concorso per sedi farmaceutiche indetto su base provinciale (chi accede ad una farmacia tramite concorso pubblico ne diventa poi proprietario a tal punto da poterla trasmettere in eredità. Di qui un sorta di monopolio delle farmacie private da parte dei titolari); acquistare una farmacia trasferendone la titolarità che per legge può avvenire solo se il cedente possiede l’esercizio da almeno tre anni e l’acquirente è un farmacista iscritto all’Albo che ha conseguito l’idoneità tramite concorso, o che ha effettuato almeno due anni di tirocinio regolarmente certificato presso una farmacia; avere una farmacia in eredità oppure sposare un/a collega titolare.
Per superare questo monopolio, nel 2007, il ministro Bersani introdusse il decreto legislativo Bersani sulle liberalizzazioni che riguardava anche la vendita di farmaci. Da qui nacquero le parafarmacie, specifici punti vendita dove è possibile acquistare prodotti farmaceutici da banco, di automedicazione, per l’infanzia, di cosmesi e di erboristeria.
La finalità del decreto fu quella di rendere il mercato maggiormente dinamico e più concorrenziale, limitando cioè il monopolio nel settore delle farmacie con una maggiore competitività tra i diversi soggetti interessati. Tali punti vendita possono essere ubicati non solo in negozi autonomi, ma anche nelle gallerie dei centri commerciali, in specifici reparti dei supermercati, negli aeroporti, agli snodi autostradali e nei porti.
Come nelle farmacie, anche nelle parafarmacie è obbligatoria la presenza di uno o più farmacisti che sono obbligati a fornire assistenza al cliente, mediante consigli, ove richiesti, sull’acquisto di specifici prodotti farmaceutici, ossia quelli senza l’obbligo di presentazione della ricetta medica (S.O.P.) e sui farmaci da banco (O.T.C.), dall’inglese “Over The Counter”, quelli che comunemente vengono pubblicizzati e che non devono poter causare effetti collaterali significativamente lesivi per la salute.
Nelle parafarmacie inoltre sono venduti:
- Prodotti per l’automedicazione come disinfettanti, cerotti, fasciature, kit pronto soccorso, ovatta sterile, ecc.;
- Prodotti per la cosmesi che comprendono qualsiasi tipo di crema, fango, trucchi, che abbiano finalità estetiche o lenitive per piccoli inestetismi;
- Prodotti per l’infanzia come ciucci, omogeneizzati, biscotti, biberon, tiralatte, ma anche prodotti per la mamma, come reggiseni particolari per la fase dell’allattamento, tiralatte, ecc.
- Prodotti per l’igiene personale e anche dentaria;
- Prodotti omeopatici che precedentemente erano di competenza delle erboristerie;
- Prodotti veterinari.
Riferimenti:
- Elenco Farmacie e Parafarmacie, suddivise per regione, provincia e comune.
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