Gravidanza|18 febbraio 2017 13:43

Le fasi del Parto

Il parto è considerato uno dei momenti più intensi della vita di una donna, il momento in cui si passa definitivamente alla condizione di mamma, mettendo al mondo ciò che è stato custodito per nove mesi dall’organismo e nell’organismo.

Il parto può essere semplice o gemellare, a secondo della nascita di uno o più bambini. E’ definito eutocico (o fisiologico), se avviene spontaneamente senza alcun pericolo per la madre e per il bambino, oppure distocico (o non fisiologico) se sopraggiungono complicazioni o se richiede interventi medici di varia natura; e in più naturale, se non richiede manovre ostetriche, o artificiale, se si rende necessario l’intervento dello specialista.

A seconda del momento della gestazione in cui si verifica, il parto viene inoltre definito: abortivo, se prelude a un aborto; prematuro (o pre termine) se si verifica tra il sesto e l’ottavo mese, più precisamente tra il 180° e 260° giorno di gravidanza, calcolato partendo dal primo giorno dell’ultima gravidanza, prima dell’inizio della 37ª settimana; tardivo (o post termine o serotino) se si verifica dopo il 285° giorno, dopo l’inizio della 42ª settimana.

Il parto è costituito da diverse fasi: fase prodromica, fase dilatante, fase espulsiva e secondamento.
Le prime due fasi costituiscono il travaglio, che inizia con contrazioni prima irregolari e deboli (dette di Braxton Hicks), poi forti e regolari, accompagnate da un assottigliamento e da una dilatazione della cervice uterina. La durata può variare da donna a donna. Generalmente, nel caso di una prima gravidanza, il travaglio dura di più perché i tessuti sono più tonici e occorre più tempo per dilatare il collo dell’utero e far passare il bambino attraverso il canale del parto.

Quando le contrazioni si susseguono ogni due, tre, quattro minuti, hanno una maggiore intensità e hanno la durata media di quasi un minuto, si entra nella fase dilatante che terminerà proprio con l’espulsione del bambino (fase espulsiva). Durante queste contrazioni tutta la muscolatura dell’utero si irrigidisce e il bimbo viene spinto lentamente verso il basso. Il collo dell’utero si appiattisce e raggiunge i dieci centimetri di dilatazione.

Il secondamento, invece, inizia subito dopo l’espulsione del feto dall’utero materno e termina con l’espulsione degli annessi fetali, quali placenta, cordone e membrane che di solito vengono spinti fuori entro mezzora.

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