In Italia, a partire dalla fine del secolo scorso, l’assistenza alle persone con disturbi psichici ha subito un profondo cambiamento, sia a livello organizzativo che legislativo. Tale variazione ha visto passare, in primis, la gestione del malato psichiatrico dal vecchio manicomio al Dipartimento di Salute Mentale, nel quale gli interventi mirano alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione.
La normativa, recepita dalla legge 833/78, ha previsto l’abolizione degli ospedali psichiatrici e ha inserito la psichiatria nell’ambito sanitario: ha collocato, infatti, le strutture psichiatriche di ricovero negli ospedali generali, con la istituzione dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) e ha caratterizzato gli interventi obbligatori (TSO) come provvedimenti eccezionali e di breve durata, autorizzandoli per esigenze terapeutiche urgenti non affrontabili in alcun altro modo.
Oggi le politiche e i programmi di salute mentale assumono l’obiettivo di assicurare una risposta ai bisogni delle persone affette da disturbi mentali gravi, nello specifico persone che presentano disabilità tali da comprometterne l’autonomia e l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Tutti gli interventi tendono a ricostruire il tessuto relazionale, sociale e affettivo di queste persone, tramite anche la collaborazione con associazioni di familiari, volontariato e altri servizi sanitari e sociali.
Secondo quanto risulta dall’ultimo censimento della popolazione italiana, risalente al 2001, tutte le Regioni e le Province hanno istituito, principalmente presso le strutture delle ASL, i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Tali strutture – 211 unità distribuite su tutto il territorio nazionale – svolgono un compito fondamentale nella prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento del malato mentale.
Ogni Dipartimento, per meglio rispondere ai molteplici bisogni, è articolato in una rete diversificata di servizi che offrono quattro tipologie basilari di assistenza:
- Centri di Salute Mentale (CSM) e Ambulatori per l’assistenza territoriale e domiciliare;
- Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e Day hospital per l’assistenza in regime di ricovero;
- Centri Diurni per gli interventi socio-riabilitativi in regime semiresidenziale;
- Strutture residenziali per gli interventi terapeutico – riabilitativi in regime residenziale.
I CSM, gli ambulatori e i servizi psichiatrici di diagnosi e cura sono esclusivamente pubblici, mentre gli altri tipi di strutture possono essere privati convenzionati. Il Dipartimenti di Salute Mentale, infatti, si avvale anche di altre strutture importanti come le cliniche psichiatriche universitarie e le case di cura private.
Nello specifico, i Centri di Salute Mentale svolgono attività psichiatrica ambulatoriale e sono aperti all’incirca 12 ore al giorno, per 6 giorni alla settimana. In esso lavora una équipe composta da medici, psicologi, sociologi, assistenti sociali e sanitarie, infermieri psichiatrici. Altre professionalità con competenze pedagogiche e riabilitative (quali educatori, terapisti della riabilitazione psicosociale ed animatori) possono integrare l’équipe che svolge molteplici attività di prevenzione, cura e riabilitazione tra loro integrate.
In particolare sono garantite attività di valutazione delle richieste che giungono da utenti, familiari, servizi sociali e medici di medicina generale; visite ambulatoriali e domiciliari; interventi socio-assistenziali per gli utenti in carico; colloqui di supporto psicologico; psicoterapie individuali e di gruppo; terapia psicofarmacologica; attività riabilitative e risocializzanti e altre variabili a secondo del piano regionale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’imminente futuro il 20% della popolazione soffrirà di un disturbo mentale, che nel 2020 sarà la patologia più diffusa al mondo. Oggi sono circa 450 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici, mentali e comportamentali, che comprendono schizofrenia, depressione, disturbi d’ansia, anoressia e bulimia nervose, disturbi da abuso di sostanze e di alcool e disturbi ossessivi. Tali disturbi si presentano in tutte le classi d’età e comportano difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, e sono all’origine di elevati costi sociali ed economici per le persone colpite e per le loro famiglie.
In Italia, stando a quanto dichiarato nel 2001 dall’allora ministro della Sanità, Umberto Veronesi, all’apertura della prima e unica conferenza nazionale per la salute mentale, il disagio psichico riguarda 10 milioni di persone e coinvolge una famiglia su due. Sono 4 milioni le persone in trattamento, per lo più donne, e nel 60% dei casi le cure sono inefficaci. Inoltre secondo i dati riportati allora, ogni anno si spendono circa 162 milioni di euro in antidepressivi e 152 milioni di euro in antipsicotici, e ancora altri 213 milioni in medicine che attutiscono disagi psichici: una cifra pari al 10% dell’intera spesa sanitaria nazionale.
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