Wilson Greatbatch è stato un famoso inventore statunitense con all’attivo circa 150 brevetti. Il suo nome tuttavia è legato ad una particolare invenzione che ha contribuito a salvare migliaia di vite umane: il pacemaker.
Nato a Buffalo il 6 settembre del 1919 e recentemente scomparso all’età di 92 anni (27 settembre 2011), Greatbatch, che coltivò la passione per l’elettronica sin da giovane, dopo essersi laureato in ingegneria, iniziò a studiare la relazione tra cuore e sistema elettrico e a lavorare a dei nuovi transistor che rivelassero accelerazioni del ritmo cardiaco.
C’è da dire che l’invenzione del pacemaker fu una vero e proprio colpo di fortuna, nato da una distrazione dell’ingegnere statunitense. Durante l’installazione di alcuni transistor, che avrebbero dovuto rilevare l’attività cardiaca, impiegando una resistenza sbagliata, si generarono impulsi identici a quelli del battito del cuore. Da qui la creazione dell’apparecchio capace di stimolare elettricamente la contrazione del cuore, quando questa, per svariati motivi, non può essere assicurata dal tessuto cardiaco.
All’inizio il pacemaker aveva la grandezza di un armadio, per cui Greatbatch nei primi anni successivi alla scoperta si dovette dedicare agli studi per ridurne le dimensioni e lo fece nel laboratorio che aveva allestito a casa sua. “Dovevo risolvere il problema di come ridurre un’apparecchiatura elettronica che aveva le dimensioni di un armadio, in un dispositivo grande come la mano di un bambino” – affermò lo stesso Greatbatch alla presentazione dell’apparecchio elettronico.
Dopo mesi di lavoro e diversi esperimenti sugli animali, nel 1960 il pacemaker raggiunse dimensioni tali da poter essere impiantato nel petto di un adulto.
Il brevetto del rivoluzionario apparecchio, che ha consentito nel tempo a milioni di persone in tutto il mondo di migliorare notevolmente la qualità della vita, fu registrato il 22 luglio del 1960 e nello stesso anno ci fu il primo impianto. Il paziente a beneficiarne fu il settantasettenne Henry Hennafeld, che sopravvisse 18 mesi dopo l’intervento.
Nel 1983 la National Society of Professional Engineers lo ha ritenuto uno dei 10 dieci contributi di ingegneria più importanti per la società degli ultimi 50 anni. Oggi circa un milione di persone in tutto il mondo conducono una vita normale grazie all’impianto di un pacemaker.
Leggi sull’Almanacco l’articolo su l’ Impianto del primo pacemaker
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